venerdì 9 gennaio 2009

Lettera aperta agli amministratori del Comune di Jesi

Jesi per Gaza


Quest’anno è terminato tragicamente: negli ultimi giorni circa 500 palestinesi sono stati uccisi e 2500 sono rimasti feriti a causa dei bombardamenti, aerei, navali e di terra, israeliani nella Striscia di
Gaza. Il numero dei morti è destinato ad aumentare. Le autorità israeliane non hanno accettato la proposta dell’Ue di fermare l’attacco affermando che le operazioni militari sono solo all’inizio. Carri armati
e veicoli militari hanno varcato il confine con la Striscia. Israele ha giustificato l’attacco con il lancio di razzi Qassam contro le abitazioni israeliane al confine con la Striscia, principalmente nella cittadina di Sderot e dintorni. Questi razzi, assolutamente inefficaci dal punto di vista militare, possono essere diretti solo con grossolana approssimazione, e sono la manifestazione di una volontà di resistenza che si esprime in modo velleitario ed assurdo, e criminale perché rivolto contro civili: essi servono soprattutto ad Israele, come pretesto per continuare il mai interrotto blocco ed ora la strage. Va comunque ricordato che prima del lancio di razzi Israele aveva violato la tregua in atto da mesi, gia il 5 Novembre, attaccando un gruppo di miliziani di Hamas, inoltre ha mantenuto per tutto il periodo un duro embargo e la chiusura di tutti i valichi di frontiera provocando di fatto la crisi attuale. Oggi la situazione è tragica: strade cittadine, moschee, ospedali, prigioni, stazioni di polizia, università, industrie e stazioni televisive sono diventati obiettivo di bombardamenti continui. Decine di corpi intrappolati sotto le macerie. Famiglie che cercano disperatamente loro cari scomparsi e medici che nonostante la mancanza di medicinali e
di attrezzatura lavorano senza tregua negli ospedali per curare i feriti. I continui black out negli ospedali rendono ancora più difficili le operazioni di soccorso. La mancanza di beni di prima necessità e di
carburante dovuta all’embargo imposto a un milione e mezzo di persone ha aggravato la situazione umanitaria. Medicine, cibo, carburante e anche ogni via di fuga da queste condizioni miserabili sono state negate agli abitanti della Striscia di Gaza. Imprigionare, attaccare e ridurre alla fame un’intera popolazione è una punizione collettiva e secondo il diritto internazionale è un crimine contro l’umanità.
Non possiamo più rimanere in silenzio di fronte a questi crimini di guerra. Siamo fermamente convinti che la politica sia fatta di azioni quotidiane e che alle parole debbano seguire atti concreti. L’amministrazione di questa città ha scelto fare di Jesi una città per la pace e in nome di questo ideale sostiene da diversi anni le iniziative di pace del 6 Gennaio. Riconoscendo che la costruzione della pace nasce dal basso e che per questo è indispensabile il contributo di ogni persona organismo sociale, assumiamo pienamente questa responsabilità e invitiamo il Comune di Jesi a pronunciarsi urgentemente per la fine dell’attacco israeliano alla Striscia di Gaza e a prendere iniziative formali e concerete per
rappresentare queste posizioni in tutte le sedi competenti. Invitiamo altresi l’Amministrazione Comunale ad esprimere la propria solidarietà alla popolazione di Gaza con un atto formale da consegnare
all’attivista palestinese Adnan Ateyah Salem Ramadan (Alternative Information Center) in visita in questi giorni nella nostra città, invitato delle associazioni che fanno parte della Campagna Palestina Solidarietà, con il contributo del Centro Servizi al Volontariato e il patrocinio del Comune di Pesaro a la Consulta per la Pace di Jesi. Adnan Ramadan è da tempo impegnato nella difesa dei diritti umani e della causa palestinese in diverse iniziative nonviolente. Attualmente ricopre la carica di direttore esecutivo di OPGAI (Occupied Palestinian and Golan Hights Advocacy Initiative), una coalizione di 14 organizzazioni della società civile israeliano-palestinese. Auspichiamo che alla solidarietà formale segua un atto concreto per il sostegno alle strutture mediche della Striscia di Gaza affiancando le vie della "società civile" e dalla solidarietà dal basso tanto ricca nelle Marche e in tutta Italia.



Consulta per la Pace
Jesi 08/01/09

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