Villa Borgognoni:
'La vocazione extra turistica
è anche merito
della Cooperativa'

Continuano a riecheggiarmi nella testa le parole dell’assessore al turismo nel corso della commissione consiliare di martedì scorso: “Non me ne voglia la cooperativa Zanzibar ma la questione sembra essersi spostata soprattutto sul ruolo sociale di Villa Borgognoni e non solo su quello turistico”.
Una precisazione in merito è doverosa: se l’ostello svolge una funzione che va oltre la semplice ricettività turistica è proprio grazie a Zanzibar che, in 3 anni e mezzo di gestione, ha saputo non solo accogliere giovani e meno giovani, famiglie, gruppi e singoli di ogni estrazione sociale, razza, e provenienza ma anche aprire le porte della splendida villa alle iniziative più varie. L’aggregazione sociale non si crea dal nulla, ci vogliono l’apertura e la volontà per far crescere nel tempo le relazioni, la rete di conoscenze e tutto quanto è servito in questi anni per portare l’ostello a diventare, come giustamente è stato definito, “una fucina di attività”. Tutto questo comporta sacrifici, costi aggiuntivi, tanto lavoro extra: tutto accettato di buon grado, per servire una causa. Ma analizziamo per un attimo questa causa: di chi è ? A chi giova se non alla collettività tutta ed al Comune di Jesi in ultima istanza?  Giova ai bambini che possono beneficiare dei centri estivi e dei corsi  d’arte tenuti grazie agli spazi riservati all’associazione Camaleonte,  giova ai ragazzi di Intercultura che più volte l’hanno trovano un punto  di ritrovo accogliente, funzionale, bello ed economico in cui sviluppare  la propria educazione interculturale, giova ai ragazzi di Waiblingen e  Mayenne ospitati nel corso dei gemellaggi cittadini, giova a quanti, di  ogni età, usufruiscono dei corsi e delle attività che si tengono  praticamente giornalmente nelle stanze comuni della villa, giova alle  famiglie che trovano degli spazi per le feste di compleanno e le  ricorrenze che non riuscirebbero così bene entro le proprie mura  domestiche o avrebbero un costo ed un sapore diverso in un anonimo  ristorante. E la lista potrebbe essere lunghissima, tante sono le  proficue e continuative collaborazioni: Fondazione Pergolesi Spontini,  Teatro Pirata, Italcook, Uisp, Cai, Itas Galilei, Istituto Agrario di  Pesaro, Liceo Scientifico di Cremona, Cooss Marche, Gus, Cestas, Viaggi e  Miraggi, etc. etc.
Ma torniamo al turismo, che se è vero, come è vero, che non è l’unico  stakeholder della questione, è senza meno, il principale. Se la  famigerata crisi economica ha comportato una generalizzata contrazione  dei flussi turistici ed il numero delle presenze registrate in ostello  sta seguendo un trend di crescita, la chiave di lettura non può essere  che una: la riduzione del potere di spesa porta i turisti a scegliere  strutture ricettive dove possono risparmiare sui loro viaggi. Gli  ostelli di tutto il mondo sono nati all’inizio del secolo scorso proprio  per rispondere a questa esigenza oltre che per ricreare un’atmosfera  familiare, solidale e comunitaria, di cui ugualmente si sente il  bisogno. La città di Jesi e l’assessorato al turismo in particolare sono  veramente disposti a rinunciare con una scrollata di spalle a tutto  questo? Veramente vogliamo privarci tutti di un fiore all’occhiello come  questo? Perché se una struttura così bella e intrisa di storia jesina è  stata destinata ad accogliere questa forma di ricettività non è una  nota stonata, è un merito da rendere a chi ha voluto che fosse così!  Chiunque è avvezzo a viaggiare per ostelli ha sottolineato questo punto  pernottando a Villa Borgognoni.
La gente chiede, è incuriosita, vuole sapere qual è la storia della  villa, capire da dove viene questo lascito, perché si tratta veramente  di una perla nel panorama degli ostelli a livello internazionale. E  approfondiamo anche questa questione: quello degli ostelli, in cui Villa  Borgognoni è inserita, è un vero e proprio circuito internazionale che  conta più di 5.000 strutture in tutto il mondo, si tratta, propriamente  del movimento turistico organizzato più vasto del mondo…la questione è  ancora marginale? I turisti provenienti in particolare dalla Nuova  Zelanda, dall’Australia, dal Sud America, dai Paesi Scandinavi, dalla  Germania, dall’ Olanda, che ogni anno ospitiamo, conosciamo e aiutiamo a  proseguire il loro lunghissimo viaggio culturale sceglierebbero  comunque Jesi come meta se non vi fosse un ostello? O il turista con  zaino in spalla è meno importante di quello con la Samsonite che ruota  al seguito? Perché questa è la realtà che conosciamo bene e che ci ha  fatti innamorare di questo lavoro: essere parte di un viaggio, un valido  aiuto per chi è forestiero, il piacere di una conversazione, un  passaggio per la stazione o altrove perché i mezzi pubblici sono quello  che sono, l’indicazione del ristorante giusto, del piatto tipico, della  cantina, del modo in cui impiegare il tempo libero…e infine diventare un  ricordo.
Non vogliamo che anche L’Ostello Villa Borgognoni diventi un ricordo,  vogliamo fermamente che continui a pulsare di vita per molto tempo  ancora, che rimanga a far parte del patrimonio di Jesi, come Jesi fa  parte del proprio. Questo è quello che abbiamo saputo fare in questo  poco tempo e che vorremmo fare sempre meglio nel prossimo futuro.
da cooperativa sociale Zanzibar
 
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